Sono passati alcuni mesi dall’acquisto della Nikon Z6 ormai, ma purtroppo, causa covid e conseguenti divieti di spostamenti e lock down, ma non solo, é rimasta praticamente inattiva, Finalmente a Dicembre , riesco insieme a Corrado a riaprire il capanno per le poiane, in ogni caso aperto solo nel periodo autunnale e invernale. Dopo solo una settimana dalla riapertura decidiamo di comune accordo di provare a fare qualche scatto. Il capanno é attivo da anni e solo il fatto che le poiane che tenteremo di fotografare sono le stesse da tanto tempo ci danno la speranza di un risultato positivo. Il capanno é in una piccola radura nel bosco, in un terreno privato e recintato, la giornata é grigia e piovosa, potrebbe essere una buona occasione di provare la Z6 ad alti iso! Corrado ed io entriamo di buon ora nel capanno e ci sistemiamo i posatoi sono stati messi da pochi giorni, saranno già stati accettati dai rapaci?
Non appena la luce aumenta la coppia di poiane arriva fischiando e si posa sui rami di un albero nelle vicinanze, ma entrambe volano via quasi subito, i campanellini attaccati ai collari dei cani da caccia ci fanno capire perché......Ogni tanto colpi di fucile, qualcuno anche piuttosto vicino, ci fanno sobbalzare. In un momento di calma, con i cacciatori che presumibilmente si sono allontanati arriva il maschio, prova l’atterraggio più volte sul posatoio ma non si fida, alla fine però si decide e mi permette di scattare qualche immagine.
Il motivo dell’acquisto della mirrorles é principalmente la possibilità di scattare in modo totalmente silenzioso con un Af e una reattività adeguate, la possibilità di spostare il punto di messa a fuoco su gran parte del frame é il secondo motivo. Riesco a scattare una trentina di immagini in modo completamente silenzioso quando anche Corrado ci prova, ma basta un solo scatto in modalità silenziosa (che poi silenziosa non é) con la sua D500 a provocare l’involo del timido rapace. Dopo un po’ di tempo la poiana ritorna, molto più decisa di prima e anche Corrado, con mestiere e aspettando il momento giusto, ottiene le sue foto. Decidiamo di provarci anche la mattina successiva, da lunedì non ci si potrà più spostare e speriamo di sfruttare anche questa occasione. Il tempo é ancora peggiore del giorno prima, é veramente buio e scattare al alti iso è indispensabile. Purtroppo i cacciatori sono ancora più agguerriti del giorno prima, anche loro vogliono sfruttare l’ultimo l’ultimo giorno di libertà.
Aspettiamo tutta la mattina e stiamo quasi per desistere, i cacciatori vanno a casa a mangiare e quasi subito sentiamo i fischi inconfondibili. finalmente anche la femmina si decide a scendere donandoci altre emozioni e la possibilità di fotografarla.
La Nikon Z6 si è rilevata molto valida in questa occasione, l’Af non ha avuto difficoltà o tentennamenti con la poca luce disponibile, anche se con con un soggetto statico non é stata una prova difficile, l’ho utilizzata quasi esclusivamente con punto singolo di messa a fuoco, discreta la raffica, importante, in questa occasione, solo per riprendere l’atterraggio del rapace, ottima la resa ad alti iso, con il mantenimento di un buon dettaglio, la silenziosità e la possibilità di spostare il punto di messa a fuoco su quasi tutto il frame sono stati fondamentali, vista l’estrema diffidenza dei soggetti che al minimo rumore o spostamento della lente sarebbero fuggiti, hanno fatto la differenza rispetto all’utilizzo di una reflex. Eccellente per questo uso anche lo zoom Nikon 180-400 f4, il posatoio è a circa dieci metri di distanza e ho avuto la possibilità di fotografare il soggetto ad ali aperte in atterraggio e poi stringere l’inquadratura una volta atterrato.
