Andrea marzorati photography
 

Nikon Z6 e 180-400, esperienza in capanno.

2021-02-04 00:00

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Nikon Z6 e 180-400, esperienza in capanno.

Sono passati alcuni mesi dall’acquisto della Nikon Z6 ormai, ma purtroppo, causa covid e conseguenti divieti di spostamenti e lock down, ma non solo, é rimasta

                                                                 

 

 

 

 

Un ritorno al capanno: test sul campo della Nikon Z6

Dopo diversi mesi dall’acquisto della Nikon Z6, a causa delle restrizioni legate al Covid-19 e ai vari lockdown, non avevo ancora avuto l’opportunità di metterla seriamente alla prova. Finalmente, a dicembre, insieme al mio amico Corrado, abbiamo potuto riaprire il capanno dedicato alla fotografia delle poiane, che, come di consueto, è operativo solo durante i mesi autunnali e invernali. Solo una settimana dopo la riapertura, decidiamo di fare il nostro primo tentativo. Il capanno è attivo da anni e sappiamo che le poiane che tenteremo di fotografare sono le stesse che frequentano la zona da molto tempo, il che ci fa ben sperare in un esito positivo.

Situato in una piccola radura all’interno di un bosco, su un terreno privato e recintato, il capanno ci offre una posizione privilegiata per osservare la fauna. La giornata si presenta grigia e piovosa, un’ottima occasione per mettere alla prova la Z6 agli alti ISO. Arriviamo di buon mattino, ci sistemiamo all’interno e ci chiediamo se i posatoi, predisposti solo pochi giorni prima, saranno già stati accettati dai rapaci.

Con l’aumentare della luce, una coppia di poiane appare all’orizzonte, posandosi brevemente su un albero vicino prima di volare via, disturbate dai campanelli dei cani da caccia nella zona. I continui colpi di fucile, alcuni dei quali molto vicini, ci fanno sobbalzare. Dopo un momento di quiete, con i cacciatori apparentemente allontanati, il maschio ritorna, effettuando diversi tentativi di atterraggio sul posatoio. La sua diffidenza è palpabile, ma alla fine decide di posarsi, permettendomi di scattare le prime immagini.

Uno dei motivi principali per cui ho scelto la Z6 è la possibilità di scattare in modalità completamente silenziosa, un vantaggio fondamentale in situazioni come questa, dove il minimo rumore può spaventare i soggetti. Il sistema AF, preciso e reattivo, e la capacità di spostare il punto di messa a fuoco su gran parte del frame sono ulteriori motivi che mi hanno spinto a optare per questa mirrorless. Riesco a catturare una trentina di immagini senza che il rapace si accorga della mia presenza. Quando anche Corrado tenta un approccio con la sua Nikon D500 in modalità "silenziosa" – che, purtroppo, non è altrettanto discreta – il suono del primo scatto fa immediatamente involare la poiana.

Dopo un po’ di attesa, il rapace maschio torna, questa volta più sicuro, e anche Corrado, con grande abilità, riesce a ottenere i suoi scatti. Decidiamo di tornare la mattina seguente, consapevoli che da lunedì i nuovi divieti di spostamento entreranno in vigore. Il meteo è ancor peggiore del giorno precedente: il cielo è scuro e minaccioso, e scattare ad alti ISO diventa indispensabile. Sfortunatamente, i cacciatori sono ancora più numerosi e attivi, cercando di sfruttare al massimo l'ultimo giorno di libertà prima delle nuove restrizioni.

Nonostante tutto, decidiamo di restare. Verso mezzogiorno, con i cacciatori ormai andati a pranzo, si sente il tipico fischio delle poiane. Stavolta è la femmina a scendere, regalandoci una splendida opportunità di scatto e un’esperienza emozionante.

Performance della Nikon Z6

La Nikon Z6 si è rivelata una scelta eccellente per questa uscita. Il sistema di autofocus si è comportato ottimamente, anche in condizioni di luce scarsa. Con il soggetto statico per gran parte del tempo, la precisione dell’AF non ha mostrato incertezze. Ho utilizzato prevalentemente il punto singolo di messa a fuoco, che mi ha permesso di gestire al meglio la scena. La raffica è risultata utile per catturare la sequenza dell’atterraggio del rapace, mentre la resa ad alti ISO mi ha particolarmente colpito: i dettagli sono rimasti notevoli, nonostante le condizioni di scarsa luminosità.

L’aspetto decisivo è stata la totale silenziosità della fotocamera. In questa situazione, dove i rapaci sono estremamente sensibili a ogni minimo rumore o movimento, poter scattare senza disturbare ha fatto la differenza rispetto all’utilizzo di una reflex tradizionale. La capacità di spostare il punto di messa a fuoco su quasi tutto il frame è un altro aspetto che ho apprezzato molto.

Infine, una menzione d’onore va anche all’ottica Nikon 180-400mm f/4, che si è dimostrata all’altezza della situazione. Con il posatoio posizionato a circa dieci metri di distanza, lo zoom mi ha permesso di catturare il rapace sia in fase di atterraggio, con le ali completamente spiegate, sia di stringere l’inquadratura una volta posato.

Questa esperienza ha confermato le mie aspettative sulla Nikon Z6: un'ottima alleata per la fotografia naturalistica, soprattutto in situazioni che richiedono silenzio e discrezione.

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